Al contrario dei Paesi appartenenti al primo lotto di vendite dei due nuovi iPhone 6, nei quali la prevalenza di unità vendute è stata la versione da 4,7″, in Italia la tendenza si è rivelata opposta. Dopo il primo weekend sul mercato, infatti, è il 6 Plus a riportare una maggior quantità di dispositivi distribuiti ai fan.
Nel nostro Paese, i seguaci della Mela si sono indirizzati verso la “vera” novità dell’azienda, il suo primo modello “phablet”, sebbene in molti tra coloro che già l’avevano comprato il 19 settembre avevano riscontrato qualche disagio a causa del display incline al piegarsi.
Nonostante non della stessa imponenza delle code newyorkesi, anche fuori dagli Store italiani si erano cominciate a formare le file il giorno prima del debutto sul mercato. Ad accogliere i primi clienti nei negozi, gli addetti alle vendite si erano disposti su due file applaudendo coloro che entravano ed offrendo loro un caffè di benvenuto.
Come si assiste già da molti anni, l’uscita di un nuovo device Apple è in grado di mobilizzare letteralmente migliaia di persone, disposte ad aspettare ore ed ore in fila per attendere l’arrivo ufficiale nei negozi. Nella capitale, ad aprire la coda c’era Ginevra, autodefinitasi “pazza per l’iPhone”, che così ha dichiarato all’ANSA:
Ho preso un giorno di permesso al lavoro per arrivare qui per tempo…Il Plus. A mio parere non c’e’ un telefono migliore sul mercato. Ha tutto quello che uno smartphone deve avere.
Sebbene tutto questo entusiasmo faccia sicuramente bene alle casse del colosso californiano e le lunghe file fuori dagli Store siano diventate quasi una tradizione, tuttavia tutto ciò non fa che denotare come una grande fetta della società stia perdendo sempre più i veri valori, per dirigersi verso un superficiale materialismo. A simboleggiare questa tendenza in negativo è stato un blitz a sorpresa effettuato dal Blocco Studentesco: uova e farina lanciate contro i fan in attesa, giustificate come “Un’azione goliardica, una presa in giro per ‘svegliare’ una gioventù ormai assuefatta, attirata da mode dettate da grandi multinazionali”.