Come ad ogni lancio di Apple, anche la settimana scorsa al Day One del nuovo iPad si sono presentati tantissimi clienti negli Apple Store, soprattutto in quello della 5th Avenue a New York. Fra questi non sono mancati i rivenditori cinesi che cercano di acquistare quante più unità possibile del prodotto per poi, appunto, rivenderle ad un prezzo più alto.
Quest’anno però il loro gioco non ha funzionato: Apple si è fatta trovare più organizzata, fornendo più scorte del prodotto in tutti gli Apple Store e soddisfacendo la maggior parte della richiesta che c’è stata in tutti e 10 i paesi del lancio (fra i quali anche la Cina). Infatti molti di tali rivenditori sono stati costretti a riportare indietro gli iPad per ottenere un rimborso. C’è addirittura stato un caso in cui un individuo ne ha riportati 30.
Infatti le autorià cinesi (proprio il loro paese era infatti la maggior fonte di guadagno) hanno imposto alle società di spedizioni il divieto di accettare, per un certo limite di tempo, ordini riguardanti iPad e, nel frattempo, hanno inserito il tablet di Apple nella lista di prodotti soggetti a tassazione per l’importazione.
Ecco quanto riporta Reuters, blog statunitense che ha approfondito la faccenda:
Un rivenditore di elettronica di Oakland, California, ci ha confessato che quest’anno ha fatto fatica a tornare in pari, mentre con il lancio di iPad 2 dell’anno scorso riuscì ad esportare più di 1.000 iPad vendendoli ad un suo compratore di Hong Kong guadagnandoci dai 100 ai 150$ ad unità.
Un altro di questi rivenditori ha poi affermato che “Tutto questo gioco è ormai finito“, a causa della sovrabbondanza di unità al Day One che non c’era mai stata fino a quest’anno.