Secondo il Dipartimento di Giustizia Americana, vi sarebbe la possibilità che alcune società coinvolte nella distribuzione degli eBook si siano messe d’accordo per fissare i prezzi sotto banco, e tra le accusate ci sarebbe anche Apple.
A dare la notizia è il Wall Street Journal con un recente articolo, in cui si apprende che Apple e cinque case editrici, quali HarperCollins Publishers, Hachette Book Group, Macmillan Publishers, Penguin Group e Simon & Schuster, saranno presto oggetto delle attenzioni dell’Antitrust con l’accusa di aver manomesso i prezzi del mercato degli eBook.
Alcune di queste società avrebbero già iniziato a tenere dei colloqui preventivi per evitare schermaglie legali e rischi collegati alla possibile sentenza, infatti, una sconfitta porterebbe una reazione a catena sull’intero settore, con un conseguente abbassamento dei prezzi.
All’origine del problema ci sarebbe niente di meno che il modello economico scelto da Steve Jobs:
Mentre Apple si preparava a introdurre il primo iPad, Steve Jobs -e poi il CEO successivo- suggerì di passare ad un “agency model” che conferiva agli editori il diritto di scegliere il prezzo del libro, da cui Apple avrebbe trattenuto il 30%. Si era anche accordata affinché gli editori non vendessero i medesimi libri altrove a prezzo inferiore. “Abbiamo detto agli editori ‘usiamo il modello agenzia’, in cui voi regolate il prezzo e noi prendiamo il 30%, e sì, i clienti pagheranno un po’ di più, ma questo è quello che volete comunque, no?”
Questo è quanto ha scritto Walter Isaacson nella biografia di Steve.